I cambiamenti climatici

I cambiamenti del clima, in atto da alcuni anni, hanno determinato veri e propri fenomeni di “tropicalizzazione” nel nostro Paese, con l’aumento e la concentrazione delle piogge in determinati periodi dell’anno e con lunghe fasi di siccità.
Le ricorrenti emergenze climatiche che si stanno conseguentemente verificando, oltre ad arrecare danni difficilmente reversibili all’ambiente ed al territorio e a rendere sempre più pressante il problema della sicurezza idraulica, hanno determinato uno squilibrio crescente tra disponibilità e fabbisogni idrici, con notevole ricaduta negativa sullo sviluppo socio-economico.
Per affrontare razionalmente i cambiamenti climatici è di fondamentale importanza far fronte e limitare i danni che essi determinano, adottando tutte le azioni preventive possibili, sia in termini di controllo e riduzione del rischio di allagamenti, sia in termini di lotta alla desertificazione, di ricarica delle falde acquifere, di limitazione della risalita del cuneo salino negli alvei dei fiumi, di riduzione del degrado territoriale.
In tale ottica un ruolo fondamentale può essere svolto dai Consorzi di bonifica i quali sono istituzionalmente preposti alla difesa idraulica ed ambientale, alla razionale utilizzazione delle risorse idriche in agricoltura ed all’uso plurimo delle acque.

Il rischio idraulico

Il rischio idraulico è da intendersi quale rischio di inondazione da parte di acque provenienti da corsi d’acqua naturali o artificiali. E’ necessario per questo garantire costantemente la tenuta degli sbarramenti e degli argini sui corsi d’acqua, l’efficienza dei manufatti di scolo e scolmatura, la funzionalità dei sistemi di drenaggio delle acque piovane nelle zone urbanizzate e il corretto funzionamento dei sistemi di pompaggio per le aree di bonifica.
La normativa statale e regionale (R.D. 215/1933, L.183/1989, L.36/1994, Dlgs.152/1999, L.R. 4/2003) attribuisce ai Consorzi di bonifica un importante ruolo nel campo della difesa del suolo e della sicurezza idraulica nel territorio di competenza.
In particolare i Consorzi curano:
– realizzazione, manutenzione, esercizio e vigilanza delle opere idrauliche di bonifica e di difesa spondale;
– azioni di salvaguardia ambientale e di risanamento delle acque;
– rinaturalizzazione dei corsi d’acqua e fitodepurazione;
– servizio di polizia idraulica, di piena e di pronto intervento idraulico sulle opere di bonifica;
Il comprensorio del Consorzio di bonifica Destra Sele è stato di recente esteso dagli originari Ha 24.040 agli attuali Ha 70.963.

 

A cosa servono gli argini

Tra le opere idrauliche, gli argini costituiscono i principali sistemi di difesa contro le piene periodiche del fiume. Sono ordinariamente realizzati in terra argillosa e ricoperti di un manto erboso che deve essere costantemente mantenuto per evitare l’erosione.

Per la salvaguardia della pubblica incolumità è di fondamentale importanza la sorveglianza e la manutenzione dei corpi arginali per conservarli sempre in buono stato e pronti a contenere la forte pressione delle acque in piena.

L’attivita’ di manutenzione

Nel comprensorio di bonifica esiste un reticolo idraulico primario costituito da corsi d’acqua naturali (fiumi e torrenti), dai collettori allaccianti le acque alte, medie e basse, dai grossi colatori che raccolgono le acque di scolo per  convogliarle alle idrovore, dal canale principale di irrigazione e dagli altri derivatori a scopo irriguo, nonchè da un reticolo idraulico minore di interesse particolare di uno o più fondi.
Sia la rete naturale, sia quella artificiale richiedono interventi manutentori costanti per assicurare il regolare deflusso delle acque ai fini della salvaguardia della pubblica incolumità e della messa in sicurezza del territorio.
Un  solo anno di inattività renderebbe infatti i corsi d’acqua intasati con conseguenze facilmente immaginabili in caso di abbondanti piogge.
L’attività di manutenzione costituisce quindi un fondamentale servizio pubblico dal quale il territorio non può prescindere. Tale attività va a vantaggio non solo dei terreni agricoli, ma anche degli insediamenti urbani, civili e produttivi, cioè della intera collettività.

Il servizio di piena

In relazione alla sua funzione di gestore di opere idrauliche il Consorzio svolge un “servizio di piena” che contempla diversi aspetti operativi ai quali la struttura consortile deve attenersi per quanto riguarda i canali e le opere di bonifica e più in generale per quanto riguarda i corsi d’acqua del comprensorio.
Agli effetti di tale attività di emergenza si considerano tre possibili condizioni:

condizione di ALLERTA
Quando si temono piogge forti o piene di canali e/o corsi d’acqua naturali.

condizione di PREALLARME
Quando sono in atto piogge forti o piene di rilievo, con qualche allagamento.

condizione di ALLARME
Quando sono in atto piogge o piene eccezionali, o fuori servizio degli impianti idrovori, o rotture di argini, con estesi allagamenti e col superamento dei livelli di guardia.

La centrale operativa del servizio di piena è ubicata presso l’impianto idrovoro Aversana.

La condizione di ALLERTA, di PREALLARME o di ALLARME viene stabilita dal Responsabile Organizzativo.

In caso di ALLERTA ogni Settore opera autonomamente ed i capi Settore sono autorizzati a predisporre      turni di reperibilità tra il personale addetto al servizio in piena, disponendo le opportune operazioni di prevenzione e controllo sui canali, corsi d’acqua e sugli impianti.

In caso di PREALLARME può entrare in servizio il personale reperibile necessario ed è autorizzato il ricorso allo straordinario.

In caso di ALLARME vengono avvertite le autorità locali e di Pubblica Sicurezza.

La traversa sul fiume Tusciano in località Fiumillo di Olevano

Ha una portata derivata di 1.000 l/s e viene utilizzata per l’irrigazione di circa 1.900 ettari in agro di Battipaglia, Bellizzi, M.Pugliano ed Eboli.

Il Canale principale

Il Canale Principale d’irrigazione Sele si origina dalla galleria proveniente dalla traversa di Persano ed attraversa tutto il comprensorio per una lunghezza di circa 22 Km. Esso è stato oggetto di diversi interventi di ristrutturazione e adeguamento.

Come sono tutelati gli argini ?

La normativa vigente è: il Regio Decreto n.523 del 1904, il Regio Decreto n.368 del 1904, il Regolamento consorziale per la conservazione è la polizia delle opere di bonifica e loro pertinenze approvato con DGR n.1712 del 10/02/1978.
Al lato degli argini sono costituite due fasce di pertinenza a loro tutela.
Le fasce di pertinenza idraulica costituiscono delle zone di rispetto intorno all’opera idraulica per preservarne l’integrità, per meglio esercitare il servizio di ispezione durante gli eventi di piena e per svolgere le operazioni necessarie alla manutenzione ordinaria. Le fasce di rispetto consentono inoltre di effettuare interventi di adeguamento o modifica dei corpi arginali.

Gli scavi e le lavorazioni del terreno, ad esempio con arature profonde, nella fascia di 4 ml possono creare delle criticità con punti più deboli che favoriscono le infiltrazioni durante gli eventi di piena, pertanto sono vietati.

Le due fasce sono:
10 metri dal piede dell’argine per le opere in muratura e assimilabili.
4 metri dal piede dell’argine per siepi, recinzioni, alberature e scavi in genere.

 

Corsi d’acqua naturali

Pur non essendovi espressamente delegato per legge, il Consorzio al fine di garantire al massimo la sicurezza nei confronti del rischio idraulico ed evitare esondazioni degli alvei e conseguenti allagamenti dei terreni e degli abitati, svolge anche attività di controllo ed esegue, in caso di specifico finanziamento, interventi di regimazione dei corsi d’acqua naturali del comprensorio.
Infatti la rete scolante naturale e artificiale, come pure gli impianti idrovori, sono divenuti negli ultimi anni sempre meno in grado di assicurare gli standards di sicurezza ed efficienza richiesti da un territorio divenuto intensamente abitato e sede di importanti attività economiche nel campo agricolo e industriale. Trattasi di una diretta conseguenza dello stesso sviluppo economico e sociale che ha riguardato il territorio consortile e che ha portato ad un incremento continuo delle superfici impermeabili in relazione ai fenomeni di urbanizzazione in atto nella Piana del Sele ed alla concomitante crescita dell’edilizia rurale, dei capannoni delle attività agricole, artigianali e industriali, delle strade ecc…

La funzione degli impianti idrovori

Sono così denominati gli impianti utilizzati per il sollevamento meccanico di acqua nell’ambito dell’attività di bonifica, allo scopo di assicurare il drenaggio dei terreni che si trovano permanentemente (dune litoranee) o in determinate circostanze (piene) al disotto del livello dell’acqua dei mari o dei fiumi. Diversi sono i tipi di macchine idrovore utilizzate per garantire il mantenimento dell’assetto idraulico del territorio; quelle oggi più comunemente adottate sono costituite da pompe ad elica sommersa, alimentate elettricamente e munite di poche pale. L’elica è immersa nell’acqua che deve essere sollevata e ruota all’interno di un tubo cilindrico. La rotazione dall’elica serve, non tanto a trasferire energia cinetica all’acqua, quanto a sollevarla generalmente fino a quattro metri.

Protezione civile

Già a seguito di apposita direttiva del Consiglio dei Ministri i Consorzi di bonifica erano stati chiamati a partecipare, ai fini della protezione civile, alle misure di previsione e prevenzione per la riduzione del rischio idrogeologico ed idraulico, contribuendo, in quanto gestori di opere idrauliche, alla laminazione degli eventi di piena ed al successivo defluire delle acque negli alvei.
Nel mese di febbraio 2006 è stato poi sottoscritto tra l’Associazione Nazionale delle Bonifiche e delle Irrigazioni (ANBI) ed il Dipartimento della Protezione civile  un protocollo d’intesa finalizzato a realizzare sul territorio un’ampia e diffusa collaborazione tra gli organi della Protezione civile ed i Consorzi di bonifica.
L’intesa in sintesi prevede :
la promozione in sede locale di azioni sinergiche finalizzate alla realizzazione di interventi mirati alla mitigazione del rischio idrogeologico ed idraulico;
la promozione in sede locale di accordi finalizzati alla condivisione dei dati realtivi agli eventi metereologici ed idrogeologici;
il coinvolgimento dei Consorzi di bonifica negli interventi tecnici urgenti, anche manutentivi, del reticolo idrografico minore, che si rendessero necessari per finalità di protezione civile.
I Consorzi di bonifica sono quindi titolati a partecipare, nelle situazioni di criticità dichiarate dall’Autorità competente, alle fasi di “presidio territoriale idrogeologico” e di “presidio territoriale idraulico”.

Razionale utilizzo risorsa idrica

I Consorzi di Bonifica, nel loro ristretto ma importante ambito territoriale, hanno la possibilità di limitare le conseguenze delle contrazioni delle precipitazioni e dell’innalzamento delle temperature.
Il Destra Sele, infatti, ha adeguato, in tale prospettiva, tutti i suoi impianti irrigui ai nuovi scenari climatici.
La rete a pelo libero è stata abbandonata e sostituita da tubazioni, le vecchie, fatiscenti tubazioni sono state rimpiazzate da nuove reti, sono stati creati vasti e capienti bacini di compenso per accumulare acqua che altrimenti si sarebbe versata a mare.
L’adozione di apparecchiature elettroniche di distribuzione aziendale consente, peraltro, di erogare acqua nei momenti più opportuni e per le giuste durate così da razionalizzare l’irrigazione e gestirla con modalità scientifica.
Pur essendo l’acqua del fiume Sele tra quelle meno inquinate d’Italia, tanto da rendere possibile la sopravvivenza della lontra nell’Oasi di Persano, il Consorzio dedica particolare attenzione al monitoraggio delle acque distribuite per l’irrigazione. La verifica periodica dei parametri chimici e microbiologici costituisce una garanzia per gli agricoltori e per il consumatore finale.
Inoltre, il Consorzio, ha da ultimo portato a termine l’iter per conseguire la certificazione della “QUALITA’ AMBIENTALE” del proprio sistema gestionale secondo i parametri UNI EN ISO 14001:2004.

La traversa sul fiume Sele a Persano

Inaugurata nel 1934 costituisce ancora oggi, grazie alla costante ed accurata manutenzione fatta dal consorzio, la fonte primaria dell’irrigazione nell’intera Piana del Sele.
La traversa ha una capacità d’invaso di circa 1,5 milioni di mc. d’acqua con una portata derivata di l/s 8.586.

Le fonti energetiche alternative

Il Consorzio può vantare un ambizioso programma triennale di lavori pubblici che contempla progetti per interventi che ammontano ad oltre 400 milioni di Euro.
In detto programma è stato previsto di dotare i più importanti impianti di sollevamento irriguo di apparecchiature atte a sfruttare fonti alternative di energia (idroelettrica, fotovoltaica), consentendo in tal modo di abbattere notevolmente i consumi elettrici che incidono in maniera molto consistente sui costi sostenuti dal Consorzio ed indirettamente dagli utenti.
Sempre nella direzione del massimo contenimento dei consumi energetici sono inoltre  già stati approvati o in corso di avanzata elaborazione progetti che prevedono la produzione di energia elettrica da altre fonti rinnovabili quali gli oli vegetali oppure l’energia eolica.

Gli usi plurimi delle acque

La vigente normativa nazionale (L. n.36 del 05.01.1994; Dlgs.n.152 del 03.04.2006) e regionale (L.R. n.4 del 25.02.2003) individua i Consorzi di bonifica tra i soggetti abilitati a progettare e realizzare interventi finalizzati agli usi plurimi delle acque irrigue.
Nello specifico settore il Consorzio Destra Sele sta già fattivamente operando, avendo eseguito opere che rispondono alla funzione di utilizzare risorse idriche, che altrimenti andrebbero disperse, sia per scopi irrigui che per scopi energetici.
Nel primo caso, infatti, l’Ente ha da qualche anno costruito in località Coda di Volpe di Eboli un impianto di depurazione per il trattamento dei reflui di 43.000 abitanti equivalenti provenienti dalla zona compresa tra le foci dei fiumi Tusciano e Sele, nell’ambito del quale esiste un impianto di trattamento terziario che consente il riutilizzo a scopo irriguo dei reflui.
Il trattamento delle acque è costituito da fasi di chiariflocculazione, filtrazione rapida e disinfezione.
Oltre ai reflui del depuratore, possono essere recuperate e sottoposte a trattamento di affinamento le acque di scolo derivate dal prospiciente canale di bonifica “Vecchio Foce Sele”, rendendo anche queste idonee all’irrigazione.
Per quanto attiene gli scopi energetici, il Consorzio ha realizzato un impianto idroelettrico che sfrutta il salto esistente tra un bacino di accumulo posto in loc. S.Vito di Campagna, a quota di 232 m. s.l.m., e il bacino del Castrullo, ove è ubicata una turbina, a quota 80 m. s.l.m.
E’ stata installata una turbina di tipo “Pelton” ad azione a quattro getti, con asse verticale, collegata con un generatore asincrono.
Il gruppo è proporzionato per una potenza elettrica massima di 410 kW e, tenuto conto delle ore di funzionamento dell’impianto e del suo rendimento, si prevede una produzione annua di energia, al netto dei servizi ausiliari e delle perdite dell’impianto, di circa 1.500.000 kWh.
Oltre alla predetta opera è stato redatto il progetto di un altro impianto idroelettrico che, diversamente da quello già realizzato, sfrutta una grande portata ed un piccolo salto.
Si tratta di convogliare le acque del Sele, in località Ferrofavone,  dall’opera di presa posta nelle vicinanze del canale principale di irrigazione verso una turbina posta a circa 13 metri più a valle.
La turbina sarà di tipo “Kaplan” a doppia regolazione e ad asse verticale con generatore asincrono a quattro poli che consentirà di produrre annualmente circa 2.400.000 kWh di energia.